Come disabilitare (quasi) tutti i cookie traccianti: alla scoperta di Your Online Choices (2024)

La pubblicità comportamentale online è una delle fonti di sostentamento dell’internet gratuita così come la conosciamo. Attraverso l’analisi precisa dei gusti e delle preferenze dei navigatori di internet le società pubblicitarie possono mettere in contatto gli editori, che ospiteranno gli annunci pubblicitari, con le aziende che propongono la vendita di un bene o un servizio. Conoscere i gusti e le preferenze dei navigatori fa sì che i navigatori vedranno annunci più affini a un eventuale acquisto del bene o del servizio pubblicizzato.

Dimmi dove navighi e ti dirò cosa comprare

La pubblicità comportamentale online, conosciuta anche con l’acronimo inglese OBA (Online Behavioural Advertising), ha quindi bisogno di strumenti digitali spesso automatizzati per capire i gusti e le preferenze dei navigatori. Uno di questi strumenti è il famigerato cookie (biscotto), una piccolissima parte di codice creata dal sito visitato, e memorizzata dal browser usato dall’utente per la navigazione, che raccoglie una serie di informazioni che possono aiutare a tracciare i gusti dell’utente.

Il cookie può servire anche per memorizzare genericamente dati utili alla navigazione del sito, ma ormai il termine è sempre più associato al suo utilizzo come tracciante pubblicitario che indica, per esempio, se in un determinato sito l’utente ha cercato qualcosa che ha a che fare con i viaggi, o con lo fotografia, o con qualsiasi altra attività che possa interessare una società che offre quel determinato bene o servizio.

Le aggregazioni dei gusti e delle preferenze degli utenti sono spesso generiche e anonimizzate. Se un’azienda che vende cioccolatini vuole far arrivare il suo messaggio pubblicitario di un nuovo prodotto alle persone che adorano i cioccolatini, la società pubblicitaria che fa da intermediaria le potrà mettere a disposizione un carnet di potenziali clienti che nel corso delle loro navigazioni hanno manifestato questa particolare preferenza dolciaria. È quindi molto probabile che quelle persone, visitando un social o il sito di un quotidiano, trovino al suo interno la pubblicità del Cioccolatino Birichino ripieno di crema al pistacchio venduto da una rinomata pasticceria palermitana.

Tale connessione tra i gusti degli utenti e la pubblicità online basata sugli interessi è tanto utile quanto delicata, perché è molto più vicina agli utenti di quanto non sia un annuncio commerciale televisivo, che tiene traccia dell’orario, dell’argomento e della possibile età della platea che sta vedendo quel determinato programma.

Una OBA, anche in modo anonimo, sa invece con precisione se quel determinato utente appartiene a un carnet di acquirenti che adorano il pistacchio e il cioccolato e, a differenza della televisione, gli può mostrare esattamente ciò che è più probabile che acquisti alla fine dello spot o dell’annuncio, cioè il Cioccolatino Birichino palermitano.

L'industria pubblicitaria europea si è data delle regole

Per questo motivo, nell’aprile del 2011, la EDAA (European Interactive Digital Advertising Alliance), l’associazione che unisce l’industria pubblicitaria digitale europea, ha iniziato a darsi delle regole di comportamento affinché gli utenti siano chiaramente informati dell’esistenza della pubblicità online basata sugli interessi e che possa dare loro anche strumenti per evitare di essere tracciati.

Dal punto di vista pratico, ha dato vita a un’icona che sarà capitato a tutti di vedere in un angolo di molti annunci pubblicitari. Si tratta dell’icona triangolare azzurra che prende il nome di AdChoices.

Le società pubblicitarie che hanno abbracciato le linee guide dell’EDAA accettando determinate regole volte alla trasparenza della tracciabilità pubblicitaria, hanno facoltà di poter usare questo simbolo sul loro annuncio.

Cliccando sull’icona AdChoices, l’utente sarà condotto a una pagina web (diversa per società) che lo informa qual è la società pubblicitaria che ha permesso la visualizzazione dell’annuncio e che gli permette di disattivare la personalizzazione degli annunci. Tra queste ci sono anche Amazon e Google, per citarne solo due tra le più importanti.

Il vantaggio per le società pubblicitarie va soprattutto nella direzione della credibilità e della cura dei loro clienti e delle persone che ricevono gli annunci. In un certo qual modo, quell'icona comunica a tutti che la società pubblicitaria è un'azienda seria con cui si può fare affari.

Il sito che con un click permette di mettere fine al tracciamento pubblicitario

Per rendere le cose ancora più semplici agli utenti europei, la EDAA ha previsto un sito web per ognuno dei Paesi dell’Unione Europea, compresi Turchia e Svizzera, che dà la possibilità di visualizzare in un elenco tutte le società che stanno tracciando gli interessi dell’utente e di disabilitare tale capacità per ognuna di esse.

Il sito è YourOnlineChoices.com. Lo abbiamo provato con tre browser diversi - Edge, Chrome e Firefox - perché i cookie di tracciamento vengono scritti indipendentemente per ognuno di essi, ma ovviamente solo quando vengono usati per la navigazione.

Per fare un test il più preciso possibile, abbiamo impostato la protezione contro il tracciamento prevista in tutti e tre i browser nella modalità meno restrittiva possibile: ovvero, la Protezione Standard in Chrome, la Protezione di base in Edge e la Protezione normale in Firefox compreso il “Do Not Track” impostato solo per gli elementi traccianti conosciuti.

Tutti hanno mostrato 84 società di tracciamento. Ma ognuno dei tre browser ha dato risultati non sovrapponibili agli altri due.

L’elenco mostra infatti le società che stanno raccogliendo e utilizzando i nostri dati per gli annunci personalizzati, quelle che non lo stanno facendo, quelle che precedentemente non hanno fornito annunci basati sugli interessi ma che potrebbe fornirli in futuro e infine quelle per le quali il sito non è riuscito a recuperare lo stato di tracciamento, anche per problemi tecnici.

All’inizio abbiamo pensato a un errore del sito YourOnlineChoices.com, ma poi abbiamo fatto un altro test. Abbiamo preso come esempio Google, che Edge indica come società che al momento sta tracciando i nostri interessi, ma che in Firefox è invece indicata come non tracciante.

Abbiamo quindi aperto il sito di informazione ilpost.it con entrambi i browser e ci è apparso lo stesso annuncio pubblicitario con anche l’icona triangolare azzurra AdChoices cliccabile nell’angolo in alto a destra.

Se la clicchiamo con Edge, la pagina di Google che compare ci indica in effetti che la società ci sta tracciando - proprio come diceva YourOnlineChoices.com - e che possiamo disabilitare la tracciatura.

Se invece la clicchiamo con Firefox, questa volta Google ci dice – come preannunciatoci da YourOnlineChoices.com – che la società non ci sta tracciando.

Significa quindi che, come già immaginavamo, ogni browser ha sensibilità diverse circa il blocco della tracciatura pubblicitaria e che, anche se è impostata la protezione di base su ognuno di essi, questa è più o meno rigida a seconda del browser utilizzato.

Dall’elenco prodotto dal sito YourOnlineChoices.com è quindi possibile inibire la tracciatura per tutte le società cliccando su un bottone on/off, anche per quelle che precedentemente non hanno fornito annunci basati sugli interessi degli utenti. C'è anche la possibilità di disabilitarle tutte in un colpo solo.

In questo modo non si impedisce il ricevimento della pubblicità, ma solo che gli annunci non saranno più abbinati a gusti e preferenze collezionati durante la navigazione. Se l’utente navigherà in modo non tracciabile, nel corso di qualche tempo dovrebbe potersi accorgere che i suoi annunci saranno sempre meno attinenti ai suoi gusti.

Ok i cookie, ma i fingerprint?

Abbiamo controllato i documenti dell’EDAA circa le linee guida e le regole di comportamento delle società pubblicitarie che possono fregiarsi dell’uso dell’icona AdChoices, ma non siamo riusciti a trovare alcun riferimento al tracciatura di tipo fingerprint.

I fingerprint non sono cookie veri e propri: si tratta di piccoli frammenti di informazioni che variano da un utente all'altro, come il dispositivo posseduto o i font installati, per generare un identificatore unico che poi può essere utilizzato per farlo corrispondere a un utente e quindi ai suoi interessi. A differenza dei cookie, gli utenti non possono cancellare le attività passive legate al fingerprinting, e quindi non possono controllare come vengono raccolte le loro informazioni.

Sembra quindi che le linee guida di EDAA dovranno aggiornarsi per riuscire a stare al passo con i tempi.

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